System Innovation: un approccio 'eco-sistemico' a problemi complessi.
Quando dobbiamo progettare una nuova funzionalità per un nostro prodotto, il design thinking ci aiuta tantissimo: il suo approccio creativo alla risoluzione dei problemi, l’empatia con le persone, il creare soluzioni incentrate sui reali bisogni e la possibilità di ridurre il rischio di fallimento attraverso la prototipazione rappresentano la soluzione efficace per svolgere al meglio il nostro compito.
Quando, invece, la sfida è provare a costruire nuove soluzioni a problemi più complessi come combattere la povertà, ridurre il cambiamento climatico, migliorare l’utilizzo delle risorse, ridurre dei rischi ambientali (ma anche il semplice analizzare l’impatto delle attività della nostra organizzazione all’interno del suo ecosistema di riferimento), risulta più funzionale adottare un approccio differente.
In questo caso, i problemi da risolvere sono incredibilmente dinamici e complessi perché nascono da una causa o un'attività specifica, bensì sono il risultato delle decisioni, delle azioni, delle relazioni e delle interazioni continue tra tutti gli attori che operano nel sistema che stiano analizzando (persone, attività, processi, politiche, luoghi e risorse).
Il System Innovation è un nuovo approccio basato sul System Thinking per generare il cambiamento all'interno delle organizzazioni. È un approccio olistico che esamina le cause profonde del problema, ed aiuta startupper, manager e progettisti a comprendere come si relazionano e interagiscono le parti di un team, di un’organizzazione, di un ecosistema, piuttosto che analizzarli in maniera singola.
Quando non vale il principio di causa effetto ovvero il problema X è generato da questa causa, ma l’effetto di un evento o un comportamento che osserviamo è generato da una molteplicità di cause più profonde, dobbiamo osservare come si comporta l’intero sistema.
Il principio fondamentale è che tutto è interconnesso, il tutto è più della somma delle parti e ogni parte ha un effetto sul comportamento del sistema. È l'interconnessione che fa funzionare un sistema, e uno dei migliori esempi di sistemi interattivi è la natura oppure la stessa nostra organizzazione: entrambe sono composte da singole parti che lavorano insieme per creare un insieme dinamico più complesso. I Beatles secondo Steve Jobs erano un esempio perfetto di sistema complesso: il valore creato dalla Band andava ben oltre i meriti e le abilità dei singoli.
Perché è importante pensare per sistemi?
Pensiamo all’introduzione di un nuovo software in azienda. In questo caso, le decisioni e le azioni da intraprendere dovrebbero essere affrontate analizzando il costo ed il tempo della formazione dei dipendenti, i ritardi necessari, l’impatto sui processi, i tempi, gli approcci e le modalità e capacità di adozione della nuova tecnologia...
Il pensiero sistemico è un approccio disciplinato per esaminare i problemi in modo più completo e accurato prima di agire. Il pensiero sistemico non si limita ad osservare i singoli eventi o dati. Punta invece ad identificare le strutture che generano eventi e comportamenti osservabili, fino a disegnare nuovi modelli per migliorarli.
Dal minimo prodotto da testare al “minimo Ecosistema”.
Dove la metodologia LEAN ci regala il famoso MVP (Minimum Viable Product) ovvero Il prodotto minimo praticabile è quella versione di un nuovo prodotto che consente a un team di raccogliere la quantità massima di informazioni convalidate sui clienti con il minimo sforzo, creare un MVE (Minimum Viable Ecosystem) ci aiuterà a comprendere meglio le interdipendenze e le interazioni tra gli attori dell'ecosistema, ovvero clienti, partner e governi, e, ancor più importante, come il valore dovrebbe essere catturato, creato e condiviso.
Scopriamo insieme come provare a strutturarlo:
- Per prima cosa, proviamo a descrivere che stiamo osservando?
- Chi sono gli attori principali? Che ruolo hanno e che motivo hanno di operare?
Quali sono i loro vantaggi e svantaggi? Elenchiamoli. - Mappiamo le relazioni attraverso una rappresentazione grafica (possiamo utilizzare questi tool)
- Elenchiamo i comportamenti e gli eventi che osserviamo
- A questo punto, proviamo ad assumere prospettive diverse esaminando gli interessi ed i bisogni di ogni parte fondamentale. Aiutiamoci con dei post-it.
- Dall’osservazione del sistema, proviamo ad identificare il problema corretto da risolvere ed a formulare le nostre ipotesi.
- Ideiamo una soluzioni e testiamo gli effetti delle nostre azioni analizzando i cicli di feedback.
Un ciclo di feedback è una sequenza causa-effetto in cui si risponde ad un input in base al i un risultato ottenuto. Gli output di un sistema diventano nuovi input come parte di una catena di causa ed effetto che forma una specie di loop.
Semplificando al massimo, se il sistema risponderà all’output in modo da ostacolare il cambiamento generato dalll’input parliamo di feedback negativo. Se invece lo amplifica, per indurre di nuovo lo stesso effetto, abbiamo un feedback positivo.
Un esempio di feedback negativo: la temperatura del corpo umano. Se la temperatura scende, il corpo trema per aumentare la temperatura e se è troppo caldo, il corpo suda per raffreddarsi a causa dell'evaporazione. Il sistema tende a contrastare l’input che ha generato il risultato per ritornare alla normalità.
Un ciclo di feedback positivo, invece, rafforza il cambiamento: se ci siamo feriti, il risultato è la generazione di piastrine. Il sistema (il nostro corpo) produrrà più piastrine per generare un nuovo status (arrestare l’emorragia).
Sarà interessante provare diversi esperimenti e vedere cosa funziona e cosa è necessario fare di più per arrivare ad una soluzione che sia in grado di generare il cambiamento auspicato (sottoforma di feedback positivo). Mentre la maggior parte pensa che innovazione sia sinonimo di nuovi prodotti o servizi, l'innovazione può essere misurata nella capacità di aver generato un impatto nel sistema in cui è applicata. Dove la creatività fa nascere l'idea, l'innovazione la implementa, rendendola reale.