
Non innoviamo a memoria, innoviamo facendo
Memorizzare è fantastico e ci aiuta ad acquisire informazioni importanti ma, senza comprendere a pieno l’oggetto del nostro studio, difficilmente possiamo “far nostro” un concetto.
Facciamo un esempio. Immaginiamo di essere in grado di ricordare tutte le date ed i nomi di un periodo storico in particolare. Conosciamo in maniera enciclopedica l’esatto susseguirsi di tanti avvenimenti e sappiamo muoverci con agilità lungo una linea temporale.
Siamo sicuri di aver contestualizzato tutti gli avvenimenti, acquisito un modello interpretativo ed una reale comprensione dei fatti?
Uno degli enormi svantaggi di imparare qualcosa a memoria, imparare idee e concetti parola per parola, è l’enorme difficoltà che ne consegue nello spiegare quelle stesse idee in contesti differenti senza poter utilizzare le stesse parole che abbiamo appreso. Un approccio così schematico ci rende quasi impossibile comprendere differenze, somiglianze e inferenze logiche tra le informazioni acquisite.
Di contro, quando acquisiamo concetti per che li abbiamo realmente compresi e fatti nostri, non solo riusciamo a declinare le conoscenze acquisite in modelli e schemi propri, ma avremo fatto nostra la capacità di computare quelle stesse conoscenze in modo creativo, declinandole in nuove configurazioni e nuovi contesti.
A memoria abbiamo difficoltà a porci le giuste domande.
Chi tende solo a memorizzare spesso crede che ci sia una sola risposta "giusta" ad ogni domanda, oppure un solo modello per eseguire un compito.
Chi apprende e comprende, invece, acquisisce una mentalità plastica e, di conseguenza, accetta che possano esserci più prospettive e soluzioni ad un problema, a seconda delle circostanze e dei contesti in cui si sta operando.
Ecco perché, in ogni nostra esperienza formativa, adottare un apprendimento basato su progetti (project based learning) rappresenta un approccio dinamico in cui si possono acquisire nuove conoscenze e competenze in maniera attiva, attraverso esperienze dirette,
sperimentando problemi e sfide del mondo reale ed imparando a canalizzare la conoscenza acquisita in una soluzione reale.
Conoscenze e competenze trasversali
Le sfide del mondo reale, così come nella gestione dei progetti di innovazione, possono raramente essere risolte utilizzando le informazioni o le competenze di una singola area tematica. Spesso per risolvere problemi complessi, arrivano in nostro soccorso conoscenze e competenze estratte da domini ed aree tematiche complementari, abilità che possiamo far nostra solo se siamo in grado di elaborare informazioni in modo critico e non meccanico.
Se vogliamo sviluppare una nuova competenza, applichiamola subito ad un progetto concreto.
Abbiamo imparato a camminare o parlare, non mostrandoci o raccontandoci, ma praticando e perfezionando costantemente la nostra tecnica. Camminare è l’arte di cadere, così come, se l’obiettivo in palestra è tornare in forma, difficilmente potremmo riuscirci imparando a memoria la scheda del programma.
Come un approccio PJB* può aiutarci a sviluppare le nostre innovation skill?
Le capacità e le caratteristiche per la gestione dell’innovazione possano essere sviluppate fin da piccoli. Un innovatore è una persona con una solida base di conoscenze da cui innovare, possiede le "competenze trasversali" (pensiero critico, problem solving, collaborazione attraverso reti relazionali, agilità e adattabilità, comunicazione, negoziazione, creatività…) ed è in grado di “autogestirsi” per trasformare un'idea in qualcosa di tangibile e che, soprattutto, ha “valore” per qualcuno. Inoltre il progettare e creare un prodotto, un servizio o un processo innovativo passa attraverso la capacità di risoluzione di un problema reale in sistemi complessi ed indagare su un argomento o problema per sviluppare una risposta a una domanda aperta (una domanda che lascia la libertà di rispondere come si vuole). Un abile innovatore ha bisogno di costruire relazioni tra concetti, problemi, bisogni, interfacce, dati, oggetti, persone che vanno ben oltre lo sviluppo di prodotti/servizi nuovi. E’ inutile acquisire nozioni a cui possiamo accedere con un click. La vera sfida è acquisire la capacità di comprendere per dare significato e senso alle cose che ci circondano, alle informazioni che costruiamo, alle connessioni che attiviamo.
Imparare e/é costruire. Il problema è che nessuno fin da piccoli ci ha educato a comprendere.
Se già le scuole provassero a ridisegnare i loro percorsi educativi con un apprendimento basato su progetti, anzichè nozionistico , avremmo talenti a prova di futuro, che hanno fatto propria la capacità di autogestirsi, includere, coinvolgere, creare insieme, sperimentare. Se non siamo disposti ad esplorare, probabilmente non siamo propensi ad imparare.
* L' apprendimento basato sul progetto ( PBL ) è una pedagogia incentrata sullo studente che implica un approccio dinamico in classe in cui si ritiene che gli studenti acquisiscano una conoscenza più profonda attraverso l'esplorazione attiva delle sfide e dei problemi del mondo reale. Gli studenti apprendono un argomento lavorando per un lungo periodo di tempo per indagare e rispondere a una domanda, sfida o problema complesso. È uno stile di apprendimento attivo e apprendimento basato sull'indagine . Il PBL contrasta con l'istruzione cartacea, la memorizzazione meccanica o l'istruzione guidata dall'insegnante che presenta fatti stabiliti o ritrae un percorso regolare verso la conoscenza ponendo invece domande, problemi o scenari