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L'innovazione come atto di ribellione

Il saggio “Disobbedienza civile” del 1849 fu scritto da Henry David Thoreau in seguito all’incarcerazione per il suo rifiuto di pagare le tasse, e quindi sostenere il governo statunitense impegnato nella guerra contro il Messico e ancora dedito alla schiavitù.

L’opera ha influenzato intere generazioni di protestatari e ribelli, grazie anche alle battaglie civili di Martin Luther King e di Gandhi, che ispirati da questo testo dettero vita alle loro “rivoluzioni non-violente”. Thoreau, infatti, quando incoraggiava a ribellarsi per opporsi a delle leggi ingiuste, incitava alla collaborazione per produrre un reale e benefico cambiamento.

Questo saggio ci ha insegnato che il cambiamento nasce spesso da una ribellione alle norme vigenti, che il progresso nasce dal coraggio di mettere in discussione lo status quo.

 

Ribellarsi è l’inizio di un processo di innovazione

Oggi l'innovazione può essere vista come un atto di ribellione, perché se non sfidassimo gli schemi tradizionali, o provassimo a reinventare processi e modelli di business, a cercare soluzioni più sostenibili e umane, non nascerebbe un cambiamento.

Pensiamo alle rivoluzioni tecnologiche del nostro tempo: l’ascesa delle energie rinnovabili, la digitalizzazione del lavoro, e le tecnologie per ridurre l'impatto ambientale. Questi cambiamenti sono stati guidati da pionieri che hanno sfidato il modelli ripetitivi, promuovendo idee che una volta sembravano impossibili o irrealizzabili. Proprio come Thoreau, anche questi innovatori hanno disobbedito alle regole non scritte del loro tempo, generando un cambiamento profondo e sostenibile.

 

Cosa suggerirebbe Thoreau ad un innovatore di oggi?

Di non temere di percorrere strade inesplorate o di sviluppare idee che sembrano "controintuitive". Spesso le grandi innovazioni nascono proprio da un pensiero indipendente e non convenzionale.

Soprattutto, di non affidarsi agli altri per ottenere un cambiamento. Di agire direttamente, imparare ad essere proattivi, non aspettare che siano i grandi player o le autorità a cambiare le cose.

L’approccio di Thoreau alla complessità tecnologica consisterebbe probabilmente nel trovare soluzioni innovative ma semplici ed applicabili, che risolvino problemi reali. Ci direbbe, infine, di sfruttare il nostro creative thinking mettendolo al servizio della sostenibilità, o almeno di grandi progetti che possano, con un forte impatto innovativo, cambiare il mondo. 

 

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