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Parmenide. La nostra sola percezione non basta.

Il problema
Basta solo la nostra intuizione, visione ed esperienza  per realizzare un progetto innovativo?
I bisogni
Forse lo scorso secolo, ma oggi sicuramente no.
La dinamicità dei mercati, la complessità di molti processi  e soprattutto la moltiplicazione esponenziale delle relazioni che le nuove tecnologie consentono, rendono necessaria  in ogni progetto l’apertura agli altri, l'acquisizione e l’integrazione di elementi esterni come idee, esperienze, nuove informazioni originate da una mente collettiva più che da una singola.
 
La necessità di una prospettiva multipla che racchiuda più visioni, la ricchezza del far convergere diverse esperienze anche provenienti da settori differenti dal nostro, conoscenze da integrare, la percezione di un prodotto dal punto di vista dei clienti, le esigenze dei nostri partner e dei vari stakeholder, sono tutte informazioni di straordinaria importanza da inserire nella fase di progettazione di nuovi oggetti/soluzioni.
La filosofia
Parmenide nel V secolo a.C. ci ha lasciato nei suoi scritti importanti riflessioni sulla conoscenza e la possibilità di conoscere in generale.
Secondo il filosofo di Elea, l’abbandonarci esclusivamente a quelle che sono le nostre percezioni e all’esperienza derivata dai nostri sensi potrebbe allontanarci dalla vera conoscenza e condurci a conclusioni erronee. La natura fallace e soggettiva dell’esperienza non può essere affidabile per raggiungere la verità, il cui compito può e deve essere affidato solo ed esclusivamente alla ragione.
L'innovazione
La riflessione di Parmenide, oltre ad essere un solido imperativo alle nostre capacità relazionali, ci offre un invito a chiare lettere a diffidare o meglio non affidarci esclusivamente alla nostra percezione.
Le idee, il migliorarsi, importanti fattori di crescita possono arrivare da più direzioni: dai nostri clienti, dai nostri partner, dai nostri collaboratori.
Oggi disponiamo di un'enorme possibilità di acquisire informazioni e di integrare, attraverso nuove relazioni,  idee e prospettive complementari alle nostre. La capacità di trasformare questa enorme disponibilità, filtrarla, farne sintesi ed apprendere, può essere per noi un vero e proprio motore d'innovazione. La cross-fertilization, ovvero il generare un impulso creativo nel gruppo di lavoro presentando una tecnologia, un'idea, uno schema proveniente da un dominio culturale completamente diverso da quello nostro di riferimento, è sempre più un must.

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