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Il potere dello scambio di conoscenze: i cappelli di De Bono

Molti saggi dedicati ai nuovi modelli di business partono da un comune denominatore: innovare è sempre più una questione di connessioni (oggetti, persone, relazioni, dati).
 
Ecosistemi di innovazione che già dalle prime fasi di un progetto rivelano l’importanza di un sistema connettivo per creare valore: immaginiamo il risolvere un problema collaborando con i clienti, il trovare nuovi modelli di business attraverso la sinergia con fornitori e partner...
 
Ancora più importante è l’alchimia che lega i membri di un team nella fase embrionale di un progetto, quando un gruppo di persone  (connessioni tra identità, idee, valori, competenze) inizia a cooperare intorno ad un obiettivo comune condividendo conoscenze, skill, percezioni e (connessioni di informazioni). 
 
In altri articoli abbiamo sottolineato come la presenza di un team eterogeneo unito ad un approccio multidisciplinare possa essere vantaggioso, cosi come sia importante settare ed equilibrare da subito gli interessi personali di ogni membro nei confronti delle tempistiche e delle dinamiche dell’intero progetto.
 
E' opportuno ricordare che una caratteristica fondamentale di un gruppo vincente è quello di combattere l’anomia ovvero l’agire in assenza di regole, valori, norme, aspettative. Il che ci guida verso la necessità di un framework (una cornice di riferimento) al quale affidare il legame tra membri ed il tendere verso un obiettivo comune.
 
Libero dall’anomia e consolidato il bisogno di appartenenza (Maslow) al gruppo, ogni singolo membro può così concentrarsi sul progetto ed accrescere il grado di soddisfazione professionale, la creatività, oltre al sentirsi utile e parte integrante del gruppo stesso.
 
 
A questo punto se è vero quanto afferma Ken Blanchard: "Nessuno di noi è intelligente quanto tutti noi messi insieme”, è opportuno iniziare a definire qualche tool per integrare conoscenze e percezioni diverse al fine di convergere e crescere rapidamente, equilibrando le idee e le competenze di ognuno.
 
Immaginiamo una sessione qualsiasi di brainstorming magari una per definire una strategia, un problema da risolvere. Un metodo molto efficace da adottare per risparmiare tempo e concentrarsi sugli aspetti rilevanti è rappresentata dai cappelli di Edward De Bono.
 
Obiettivo chiave è analizzare un qualsiasi tema di discussione, immaginiamo un problema legato allo sviluppo di un nuovo prodotto, da sei prospettive diverse (rappresentate dai colori del cappello) per far emergere gli elementi positivi, criticità da contrastare, ulteriori dati. Il tutto selzionando ed analizzando un aspetto per volta e concentrandosi solo su questo. Vediamo un esempio nel dettaglio.
 
 
Le fasi:
 
Step uno: il team di progettazione presenta la sua idea, la sua proposizione di valore ed il modello di business associato con un pitch di massimo 15 minuti.
 
A questo punto, ogni membro del gruppo di lavoro (possono essere amici, early adopter, partner, potenziali clienti) inizia una sessione di analisi di circa 5 minuti indossando un cappello ovvero analizzando il problema concentrandosi su un singolo aspetto.
Per ottimizzare ogni fase, canalizzare, dare forma e sintesi a tutte le assunzioni che emergono, evitando dispersioni di tempo è importante che il lavoro sia coordinato da un facilitatore.
 
Queste le sei sessioni:
 
Cappello bianco: durante questa sessione i membri di questo team si concentrano sul porre domande integrative rispetto alle informazioni disponibili.
 
Cappello nero: i membri di questo gruppo mettono in luce le difficoltà, le debolezze ed i pericoli che individuano nel progetto.
 
Cappello giallo: occorre analizzare gli aspetti positivi ed eventuali utilità individuate nel progetto.
 
Cappello verde: alternative, altre possibilità e soluzioni ai problemi individuati nella fase del cappello nero.
 
Cappello rosso: il pensiero emozionale, ovvero analizzare i sentimenti , le opinioni che il progetto regala.
 
Cappello blu: il pensiero di insieme, analizzare il progetto nella sua organicità e struttura complessiva alla luce di tutte le osservazioni emerse nelle precedenti sessioni.
 
 
Utile soprattutto in fase di sperimentazione, questo metodo permette di vagliare punti di vista ed ipotesi differenti per rinforzare rapidamente il proprio progetto e soprattutto arricchirsi in conoscenza ed esperienza, essenziali per una soluzione che punti ad innovare.

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