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Ciabattino non oltre la scarpa!

Sutor, ne ultra crepidam! (Ciabattino, non [andare] oltre le scarpe!) scriveva Plinio il Vecchio per mettere a tacere tutti coloro che amano esprimere sentenze ed indiscutibili verità su
materie o argomenti di cui non hanno alcuna competenza.

Racconta lo scrittore latino che il famoso pittore Apelle era solito ascoltare i commenti e le critiche dei passanti che osservavano le sue opere. Capitò un giorno che un ciabattino analizzando un sandalo nel ritratto aveva esternato consigli su come correggere alcuni particolari. Il giorno dopo quando il ciabattino constatò che i suoi consigli erano stati accolti, inizio a discernere su altri particolari della rappresentazione, fin quando Apelle lo ammonì invitandolo a non andare oltre le sue reali competenze.

Oggi capita spesso, soprattutto nei social e nei forum di discussione, di essere invasi dalle opinioni sferzanti di persone che intervengono su argomenti più disparati, su questioni dove, molto spesso, occorre una reale competenza tecnica e conoscenze approfondite per esprimere un giudizio sensato.

Accade che per rabbia, frustrazione o per paura di essere etichettati come “ignoranti” nel proprio network di riferimento, e la conseguente perdita di fiducia in sé stessi, molte persone tendono a sopravvalutare le loro possibilità e, invece di ascoltare ed approfondire, proclamano la superiorità della propria opinione.

Questa tendenza conosciuta come “effetto Dunning-Kruger” è un pregiudizio cognitivo che identifica l’inabilità di chi con scarse competenze e conoscenze nel riconoscere la propria ignoranza ed incompetenza.

I ricercatori americani hanno sottolineato inoltre che le stesse conoscenze e abilità necessarie per essere bravi in %u200B%u200Bun compito sono esattamente le stesse qualità di cui una persona ha bisogno per riconoscere di non essere bravi in %u200B%u200Bquel compito.

Gli effetti peggiorano quando “un po 'di conoscenza” su un argomento può indurre a credere erroneamente di sapere tutto quello che c'è da sapere a riguardo, con la conseguente attivazione di altre scorciatoie mentali (bias di conferma, di ancoraggio, di gruppo) a contrastare l’assenza di informazioni rilevanti necessarie.

E’ facile per tutti poter cadere in questo pregiudizio, nel nostro lavoro come nella vita privata. Ancor di più se operiamo in contesti in cui dobbiamo prendere decisioni in assenza di informazioni certe.

 

 Come possiamo contrastarlo?

 


Inevitabile aumentare l'esperienza ed approfondire il nostro grado di conoscenza su una materia. Continuare ad imparare e praticare, come un’abitudine, come una disciplina. Invece di supporre di sapere tutto quello che c'è da sapere su un argomento, basta a volte prendersi il giusto tempo per andare a fondo. Non fermarsi al primo dato disponibile, bensì analizzare la vicenda da più prospettive.

Un'altra strategia efficace consiste nell’ascoltare ed accogliere critiche costruttive. Come Apelle che, nonostante fosse il più acclamato trai pittori, cercava costantemente feedback dalle persone, impariamo a ricevere preziose informazioni su come gli altri percepiscono le nostre abilità. Non a caso framework come il Design Thinking ed il Lean Startup aiutano i team ed aziende nel creare valore insieme ai propri clienti.

Esercitiamo il dubbio. Molto spesso prestiamo maggiore attenzione solo ai feedback positivi per confermare inconsciamente ciò che pensiamo di sapere già (pregiudizio di conferma). Per ridurre al minimo questa tendenza, imparare ad esercitare il dubbio, sfidare le tue nostre convinzioni ed aspettative con attività o informazioni nuove, ci aiuterà a mettere alla prova le nostre certezze.

In contesti in cui siamo chiamati a sviluppare competenze a forma di T sviluppando capacità di collaborare attraverso discipline diverse con esperti in altre aree e di applicare le nostre conoscenze ed esperienze in aree di competenza diverse dalla propria, è facile sovrastimare gli effetti del nostro esercizio. Sviluppare la giusta consapevolezza rispetto alle reali possibilità, sarà il primo passo per ridurre le barriere ad accogliere nuove conoscenze.

La fiducia non nasce intorno a quello che già si conosce. Piuttosto, in un’epoca in cui la complessità modifica ed amplifica il costante bisogno di conoscenze nuove, dobbiamo imparare rinforzare la fiducia in noi stessi puntando alla nostra abilità di includere, processare e integrare quello che ancora non sappiamo.

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