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Attention Economy e relazioni: uno sguardo “attento” alla GenZ

“No. È il grande inganno, la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano attenti.”
ERNEST HEMINGWAY

 

Pensiamo al nostro bene più prezioso. Tempo, soldi, lavoro, proprietà.
Difficile rispondere l’ “attenzione”. Eppure, per quasi tutte le aziende, non c'è niente di più prezioso del catturare l’attenzione dei propri clienti (potenziali ed attuali).

L'attenzione è una risorsa limitata.
In media, le persone sono esposte a tra 6.000 e 10.000 annunci al giorno. Il cervello umano medio è semplicemente incapace di elaborare un tale bombardamento di contenuti, il che significa che la stragrande maggioranza degli annunci visualizzati viene ignorata o dimenticata solo in pochi secondi.

Il concetto di economia dell'attenzione è stato sviluppato per la prima volta da Herbert Alexander Simon, economista, politologo e psicologo cognitivo americano. Nel suo articolo del 1971, "Progettare organizzazioni per un mondo ricco di informazioni", Simon ha spiegato come l'informazione e l'attenzione seguono le leggi della domanda e dell'offerta :

in un mondo ricco di informazioni, la ricchezza di informazioni significa una carenza di qualcos'altro: una scarsità di tutto ciò che l'informazione consuma… l'attenzione dei suoi destinatari…

L'economia dell'attenzione, per una singola persona, significa decidere cosa vale il proprio tempo e la propria attenzione rispetto a qualcos'altro.

Invece di scambiare denaro, i social media e altre app "gratuite" combattono per la sopravvivenza dell'attenzione degli utenti. TikTok rappresenta probabilmente il miglior esempio di economia dell'attenzione nei social media. Con la maggior parte dei video di durata inferiore a 60 secondi, TikTok è stato creato per catturare e sostenere l'attenzione in modo efficiente in un modo molto avvincente.

Uno sguardo “attento” alla GenZ

La generazione Z, ovvero i giovani nati tra il 1997 e il 2012, rappresenta oggi un gruppo demografico importante per le aziende nell'economia dell'attenzione.

A breve, infatti, andranno a declassare la generazione X per diventare i più importanti acquirenti per le aziende. Nativi digitali, nativi giocatori, abituati a consumare contenuti in modo rapido e in movimento, esigenti e selettivi riguardo ai messaggi a cui prestare attenzione.

Per attirare l'attenzione della generazione Z, pertanto, le aziende sono chiamate a ripensare e ridisegnare il modo con cui si relazionano ai propri clienti, abbracciando nuovi modelli culturali che integrino le caratteristiche di questa nuova generazione.
Quali? Osserviamole insieme:


Rilevanza sociale


La Gen Z attribuisce grande importanza alla rilevanza sociale.

Sono alla continua ricerca di Brand trasparenti ed autentici nella propria comunicazione che mostrino attivamente l’impegno per la sostenibilità e i valori sociali come la diversità, l'inclusione e l’attenzione per l’ambiente.

"Perché esiste il nostro Brand?" Se non abbiamo ancora ben chiaro il nostro purpose è tempo di definirlo, perché ci aiuterà a comunicare i valori e gli obiettivi, a differenziarci dai concorrenti e a creare un legame emotivo con i nostri clienti.

Una comunità nella quale riconoscersi

I GenZ preferiscono accedere a prodotti e servizi piuttosto che possederli. Per loro, la necessità di formare un autentico legame emotivo nel loro rapporto con un marchio è fondamentale. Preferiscono nuove fonti di fiducia e modelli comportamentali (celebrità ed influencer) rispetto ai media tradizionali. L' appartenenza ad una comunità, nella quale riconoscersi, è fondamentale per le loro vite.

Nonostante eventuali critiche o polemiche scelgono di supportare un marchio o un prodotto “scomodo” a patto che si sentano in sintonia con i suoi valori o con la sua immagine, anche se possono essere considerati controcorrente o controversi.

Sviluppare una community e valorizzare il capitale relazionale di un Brand ci aiuterà a costruire relazioni più forti con i nostri clienti e gli utenti, aumentando la loro fedeltà e soddisfazione, oltre a fornirci feedback preziosi per prodotti o servizi, aiutando ad identificare problemi ed opportunità di miglioramento.


Esperienza e relazione nella lingua del gioco

I Gen Z sono nativi giocatori. Hanno una relazione naturale con i giochi digitali e li utilizzano in modo frequente ed abituale come forma di intrattenimento e socializzazione.
Giocare vuol dire vivere un'esperienza interattiva e immersiva che per i Gen Z si traduce nella possibilità di esplorare nuove idee, sfidare se stessi e gli altri.

…il fascino del gioco che con le sue regole azzera (almeno in partenza) le differenze e democratizza le opportunità.

Insomma niente funnel, niente “consigli per gli acquisti”, ma giochi e missioni da superare. I giochi, infatti, impongono la piena attenzione in quanto richiedono un livello di interazione alto e la capacità di attivare feedback in maniera istantanea. Non solo.

Quando viviamo esperienze interessanti oltre a sentirci emotivamente legati, siamo portati a condividere con i nostri amici e provare a coinvolgerli. Avere un gioco è un ottimo modo per ottenere dei “referral” e dei veri e propri fan che parlano al posto nostro dei nostri prodotti.

 

Una generazione dalle molteplici identità

La Gen Z è anche una generazione sfaccettata, caratterizzata dalla flessibilità e dalla multidimensionalità nell'espressione della propria identità.

Una generazione con una tripla identità:

Digitale: coltivata sui social media ed attraverso la tecnologia per creare e condividere contenuti, costruire relazioni e esplorare nuove modalità di espressione.

Sociale: costruita intorno ai problemi sociali ed i valori e cerca di esprimere la propria personalità attraverso le proprie scelte di consumo e di engagement.

Fisica: attenta alla propria salute e al proprio benessere e desiderosa di esprimere la propria personalità attraverso il proprio stile di vita e la cura del proprio corpo.

Tutte queste dimensioni non sono separate ma intrecciate ed integrate una nell’altra ( i genZ cercano esperienze di vita reale coinvolgenti che consentano di creare momenti "Instagrammabili" che rivelino le loro passioni e interessi ).



La vera sfida è iniziata ed è una sfida prima di tutto culturale. Abbandonare vecchi modelli e ricalibrare la nostra percezione di come le persone si relazionano a noi ed alla nostra organizzazione. Per un Brand significa cambiare imparare a diventare una destinazione per i suoi stakeholder: un punto di riferimento non solo per l'acquisto di prodotti o servizi specifici, bensì un luogo dove costruire un legame emotivo per costruire valore insieme.

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