5 pratiche per promuovere il giusto tipo di insoddisfazione nella tua organizzazione
Un buon leader deve essere capace di stimolare nei propri collaboratori il giusto tipo di insoddisfazione, portando così le risorse umane a sviluppare una mentalità che sappia mettere costantemente in discussione lo status quo, con la finalità di favorire innovazioni e cambiamenti più che incrementali.
Difatti, come anticipato nello scorso appuntamento, mentre il tipo sbagliato di insoddisfazione rende le risorse umane frustrate, il giusto tipo di insoddisfazione è altamente stimolante, perché ci spinge alla ricerca di soluzioni innovative, che migliorino continuamente le nostre performance.
L’insoddisfazione, alle giuste condizioni, non solo è contagiosa, ma può essere anche insegnata e coltivata. Vediamo 5 pratiche che possono aiutare a promuovere e diffondere in azienda l’insoddisfazione strumentale all’innovazione:
Promuovi insoddisfazione nella tua squadra e chiedi loro di fare lo stesso con i loro team. Il primo passo per stimolare i propri collaboratori è mettere in discussione, sfidarli ad osservare ciò che realmente accade, internamente e al di fuori dell’organizzazione. L’era digitale, le sfide dell’automazione, l’economia collaborativa ed un consumatore sempre più centrale rispetto alle scelte di produzione e fruizioni di beni e servizi, impongono alle imprese il giusto grado di attenzione verso l’esterno. Ampliare l’orizzonte aziendale significa utilizzare l’insoddisfazione come leva innovativa. Se i collaboratori e i leader di una organizzazione sono in grado di valutare oggettivamente dove i loro processi organizzativi e produttivi risultano essere inefficienti, inadeguati o non completamente adeguati al mercato che si serve, allora si è nella giusta prospettiva per modificare in positivo i propri comportamenti ed incontrare il favore del mercato. Questa attenzione funzionale però deve essere coltivata, a livello di cultura aziendale, e diffusa nell’intera organizzazione per essere fruttuosa. Così, stimolando l’attenzione dei propri collaboratori, ponendoli dinanzi a sfide e valutazioni, invitandoli ad esprimere giudizi correttivi e soluzioni alternative, si coltiva gradualmente la propensione delle persone ad apprezzare l'insoddisfazione come motore di cambiamento per esprimere, senza pregiudizio, opinioni e pareri che possono incrementare la capacità di una azienda di innovare.
Cerca e sostieni i dipendenti insoddisfatti. Il ruolo di un leader è complesso, soprattutto perché richiede costanmente la capacità di comprendere effettivamente se e come si valorizzazano le risorse umane. Conversazioni e meeting privati con i dipendenti, anche del tutto informali, offrono agli stessi una preziosa opportunità diretta per comunicare ai senior ciò che secondo loro non funziona, o non funziona abbastanza bene, in azienda. Un buon modo per comprendere come sfruttare l’insoddisfazione positiva dei collaboratori, è dedicare agli stessi momenti di dialogo aperto, sincero e scevro di pregiudizi, per poter cogliere appieno eventuali nuove soluzioni. I work-out meeting possono rappresentare una valida alternativa, ma anche piccoli concorsi d’innovazione interna, challenge tra squadre e team, possono favorire questi processi. Vi stupirà apprendere come le persone comunicano efficacemente quando sono messe nelle condizioni di farlo, ed i risultati saranno soddisfacenti per l’intera organizzazione. Celebrare i giusti tipi di insoddisfazione può ispirare gli altri ad esprimere le loro lamentele nel modo giusto, a beneficio di tutti.
Proietta “l’ossessione del cliente” verso l’interno. Gli speech degli illuminati della Silicon Valley sono un concentrato di positive osservazioni su come deliziare i clienti con nuove soluzioni. Metodologie come il design thinking, la customer journey mapping, il metodo lean, non rappresentano altro che nuovi metodi d’ascolto del mercato e interpretazione di nuovi bisogni. Ma come possiamo riuscire a soddisfare i nostri clienti se non siamo pienamente soddisfatti delle nostre performance? Rivolgere questi metodi prima verso l’interno, e poi verso l’esterno, permetterà ai nostri dipendenti di comprendere appieno come il loro lavoro contribuisca effettivamente a soddisfare i clienti dell’azienda. Quale mancanza di soluzioni innovative hanno sofferto i nostri clienti? Quali inefficienze nel processo di fruizione, acquisto o scelta possono essere assolutamente eliminate? Come è possibile cogliere nuove modalità di impiego dei nostri prodotti? Quali sono i nostri punti di forza e debolezza rispetto ai competitor? Quando i dipendenti si sentono in prima linea nella soddisfazione del cliente, saranno maggiormente incentivati a fornire soluzioni realmente innovative. Lavorare per soddisfare, è profondamente diverso dal lavorare per soddisfare passivamente un obbligo, o un compito.
Non essere mai troppo entusiasta dei progressi. Guarda ad ogni conquista come un trampolino di lancio per una nuova sfida. Tutti abbiamo avuto grandi capi che ci hanno ispirati ad eccellere, non essendo mai stati completamente soddisfatti nemmeno del nostro miglior lavoro. Sii quel tipo di leader per la tua organizzazione. Celebra il successo, ma poi siediti, osserva il frutto del tuo lavoro e domanda a te stesso e ai tuoi collaboratori: “Cos’altro possiamo fare?”. Identifica e studia ciò che ancora non funziona, o che potrebbe essere ulteriormente migliorato. Per ogni trasformazione riuscita, continua a cercare nuovi fonti di insoddisfazione, e affrontale con trasformazioni creative.
Chiedi ai tuoi nuovi dipendenti di rimanere insoddisfatti. I nuovi dipendenti tendono a sottoporsi a un processo di condizionamento in cui i loro colleghi rapidamente insegnano loro quali domande o atteggiamenti è opportuno non porre o non avere. Cattura questi nuovi dipendenti prima che siano “indottrinati” e invitali ad esprimere la loro opinione non solo sul ruolo che ricoprono, ma soprattutto sul clima aziendale. Cosa sembra stupido nel modo in cui lavoriamo? Se potesse fare qualcosa di diverso, cosa le piacerebbe fare? Crede che vi sia un sufficiente grado di comunicazione attiva, creatività e libertà di espressione? Nutri passione per le menti, coltiva i tuoi dipendenti ed ispirali nell’essere proattivi, creativi e flessibili. Ma soprattutto fai emergere la loro voglia di affrontare nuove sfide per evolvere.
La professoressa di storia di Harvard, Laurel Thatcher Ulrich, ha scritto: "Le donne ben educate raramente fanno storia." Anche questo è un buon assioma per il posto di lavoro: "I dipendenti soddisfatti raramente trasformano le loro aziende." La soddisfazione dei dipendenti è essenziale per le attività correnti. Ma qualcosa di più è necessario per innovare e acquisire vantaggio competitivo in una economia in frenetico sviluppo tra digitalizzazione e nuove forme di collaborazione.
L’obiettivo è sforzarsi di creare dipendenti soddisfatti del proprio lavoro, a tal punto da essere costantemente insoddisfatti di come l’azienda, nel suo complesso, opera sul mercato. Dare supporto alle risorse significa favorire il processo di trasformazione tra ciò che sappiamo fare bene, a ciò che potremmo fare, altrettanto bene, rimixando prospettive e risorse, interne ed esterne. Gestire questo paradosso – dipendenti soddisfatti alla ricerca della continua insoddisfazione – è un compito fondamentale dei manager dei nostri giorni. Un dipendente insoddisfatto esprime capacità, prospettive, spirito di iniziativa, responsabilità e proattività. Tutti fattori che favoriscono un costante flusso di nuove e migliori idee, su cui costruire il cambiamento trasformazionale di cui, oggigiorno, tutte organizzazioni necessitano.