Winning at innovation: 7 barriere all'innovazione
L'innovazione è la più sicura promessa di futuro, eppure spesso capita che molti processi non riescono ad inscriversi con successo all'interno di molte aziende. Nel loro saggio “Winning at innovation” Fernando Trias de Bes e Philip Kotler hanno individuato 7 possibili barriere che possono contrastare ed impedire un approccio innovativo.
1° Barriera: Il vero significato di “innovazione”.
Citando Peter Drucker: “to innovate is to create something new – in your industry – that adds value for the user”, innovare è creare qualcosa di nuovo che abbia valore e significato per le persone, dove non necessariamente questo paradigma conduce nell’ “acquisire” software o strumenti tecnologicamente avanzati. L’innovazione può essere declinata anche, e soprattutto aggiungerei, a livello di organizzazione, nel business model o magari nei processi. Basti pensare al caso Tesco nella Corea del Sud che ha aumentato notevolmente il fatturato semplicemente aprendo store dove risultava comodo e necessario per molti dei suoi clienti: all’ interno delle metro.
2 Barriera allocazione di risorse e responsabilità
Niente compartimenti stagni. Un reale approccio innovativo si traduce nel creare, all’interno di qualsiasi organizzazione, una struttura (board) trasversale efficiente. In genere 6-8 persone con competenze e conoscenze multidisciplinari ma anche appartenenti ad aree e livelli diversi: dalla reception al management, dal marketing alla produzione. Secondo step chiave risulterà fondamentale assegnare la titolarità (in senso di obiettivi e responsabilità) ad ogni membro e, soprattutto, trasparenza nei confronti del gruppo (per distribuire in maniera uniforme la conoscenza acquisita da ogni singolo membro).
3 Barriera: Confondere creatività con innovazione
Se la creatività rappresenta l’abilità principale che consente a chiunque di creare o immaginare nuove soluzioni dalla connessioni di idee diverse, non sempre tutte le soluzioni che ne risultano hanno una validità ed una sostenibilità commerciale.
L’innovazione può essere considerata, secondo i nostri autori, come quel processo che trasforma la creatività (che è antecedente all’innovazione) in un business di successo. Fondamentale, oggi più che mai, sarà l'esecuzione con il management (ancor meglio se strutturato su processi “agili”) impegnato a validare nel mercato i nuovi progetti.
4 Barriera: l’assenza di una teoria unificata
Non esiste un framework od una teoria universale che possa essere scrupolosamente applicata su misura in ogni azienda. Piuttosto i due autori suggeriscono una metodologia che consiste in un’ iterativa (continua, circolare) implementazione di sequenze di fasi ben specifiche:
Riflessione strategica: per definire le linee guida della strategia da seguire
Creatività: per mettere in campo idee e soluzioni innovative da "testare"
Selezione dei progetti: selezionare i progetti migliori da mettere in campo sulla base di riflessioni pertinenti il profitto, la capacità di esecuzione, rischi…
Project management: per definire il management dei progetti esecutivi
Definizione di una “cultura dell’innovazione”: al fine di estendere ad ogni membro dell’organizzazione la cultura, soprattutto il mindset collegato.
5 Barriera: Mancanza di controllo
Spesso accade che le aziende innovative non riescano a controllare il “peso” in termini aziendali delle loro azioni, scaricando tutto su altre aree dell’organizzazione (dal marketing, all’ufficio tecnico, al settore sviluppo…)
La creazione della board, già citata al punto 2 ha soprattutto il compito di monitorare ogni azione messa in campo, definendo gli indicatori chiave, gli obiettivi, le persone responsabili di ogni processo.
6 Barriera assenza di coordinazione
Proprio per evitare "vuoti di comunicazione e di coordinazione" tra tutte le aree dell’azienda, è necessario rinforzare la board con persone che siano rappresentative di ogni area, con la presenza dei top executives per estendere con maggiore facilità le decisioni e le attività da mettere in campo a tutti i livelli…
7 Barriera: Assenza di focus sui clienti
Una delle più grandi “Marketing Myopia” secondo l’economista americano Theodore Levitt consiste nel creare eccellenti prodotti che nessuno vuole, prodotti che in generale non siano tarati sulle reali esigenze dei propri clienti.
Focalizzare fin da subito i problemi ed i bisogni reali dei nostri clienti, aggiungerei anche i Jobs ( ovvero le attività / compito / risultato che un cliente cerca di ottenere attraverso la scelta del nostro prodotto/servizio) rappresenta non solo l'obiettivo principale da seguire, ma al tempo stesso il primo passo per creare realmente valore.