SASHET: un tool per comprendere le emozioni
“Le emozioni e i sentimenti non sono una lussuria, sono il modo di comunicare i nostri stati mentali alle altre persone. Ma sono anche una guida per poter prendere decisioni.”
-Antonio Damasio
Le emozioni guidano ed orientano il nostro essere e la nostra vita.
Secondo il neuroscienziato Antonio Damasio, docente presso la University of Southern California, divenuto celebre per i suoi studi sulle emozioni e sulle dinamiche della coscienza, le emozioni sono un insieme di risposte chimiche e neuronali che riguardano meccanismi di regolazione di base della vita: attraverso processi innati, che si innescano automaticamente, il nostro apparato biologico precede tutto ciò che sarà dolore, piacere, impulsi o motivazioni.
Le emozioni, dunque, utilizzerebbero il nostro “corpo come teatro”, come sosteneva il filosofo e psicologo americano William James che, con il suo articolo “What is an emotion?”, pubblicato sulla rivista Mind nel 1894, ha segnato una tappa fondamentale della storia della ricerca scientifica sui processi emotivi.
C’è un’impronta emotiva che influenza le nostre reazioni, condotte e decisioni.
Ecco che comprendere e parlare il linguaggio delle emozioni significa, per un individuo, avere la capacità di analizzare come ogni stato emotivo porti a reagire a situazioni e contesti in determinati modi, condizionando l’intero processo di decision-making.
Per un’organizzazione, invece, supportare i propri dipendenti e collaboratori nello sviluppo di questa capacità, significa incrementare l’efficacia dei processi comunicativo-relazionali interni e, dunque, la produttività. I membri del nostro team, infatti, imparerebbero ad entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle dei propri colleghi, a comprendere quali sono le ragioni profonde che guidano le scelte, come ognuno metabolizza ed affronta le difficoltà. Riusciranno, quindi, ad accrescere la consapevolezza di loro stessi e del loro modo di relazionarsi con gli altri.
Per comprendere più facilmente un ampio range di emozioni, è possibile ricorrere ad un approccio teorizzato da David E. Carlson nel suo volume Counseling and Self-Esteem (Thomas Nelson, 1995), che ha raggruppato un più ampio range di emozioni all’interno di sei categorie, sotto l’acronimo SASHET:
- Sadness - Tristezza
- Anger - Rabbia
- Scare - Paura
- Happiness - Felicità
- Excitement - Eccitazione
- Tenderness - Tenerezza
Il framework SASHET può essere molto efficace per interrogarsi sui propri ed altrui stati emotivi, familiarizzare con le emozioni, iniziare a distinguerle e ad analizzarle, con l’ausilio di sei semplici ‘categorie’.
Come utilizzare il SASHET per sviluppare la nostra intelligenza emotiva
Un modo per beneficiare del framework SASHET nella propria vita personale è ritagliare momenti di riflessione giornalieri, in cui interrogarsi su particolari stati emotivi vissuti nel corso della giornata:
- Che emozione abbiamo provato?
- Qual è stata la situazione che ha scatenato quell'emozione?
- Avremmo potuto reagire ed interpretare la situazione diversamente?
- Ci sono condizioni o elementi che possono aver influenzato la nostra reazione?
Tenere traccia dei risultati delle nostre riflessioni ed, in particolare, delle lezioni apprese da questi momenti, potrà aiutarci progressivamente a riconoscere come le “risposte chimiche e neuronali” del nostro organismo influenzano il nostro agire.
Come utilizzare il SASHET per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza emotiva all’interno del nostro team
Il framework può essere adottato all’inizio di ogni riunione o sessione formativa di gruppo, per verificare lo stato emozionale di ogni membro del team, favorire il riconoscimento, la consapevolezza e l’espressione delle emozioni di ognuno. Possiamo, ad esempio, impostare un timer della durata di due o tre minuti, a seconda del tempo di cui disponiamo, da dedicare ad ogni membro del team: a turno, invitiamo ognuno a definire e condividere quale delle sei categorie di emozioni sta provando in questo esatto momento e le ragioni per le quali sta provando quello che sta provando. Un esercizio che non ci porterà via tanto tempo e che ci consentirà di creare una connessione ed un legame più profondi all’interno del nostro team.