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Pensare per ecosistemi: disegnare l'innovazione partendo dalle relazioni

Se vogliamo generare un cambiamento, non basta introdurre un elemento di novità nella nostra quotidianità. Dobbiamo prestare bene attenzione come colleghiamo e come si adatta ciò che nuovo con ciò che abbiamo già in essere. 

 

Un esempio. Immaginiamo di voler fare jogging tre volte a settimana. Per ricavare “un momento utile” provvediamo subito a rischedulare i nostri impegni per far spazio alla nuova attività. Non basterà però liberare uno slot di tempo. L’introduzione di una nuova “abitudine” va comunque messa in relazione con quanto già facciamo. Se abbiamo giornate lavorative estremamente stressanti, pur avendo il tempo di una corsa non avremo mai “la forza” di mettere in pratica la nuova attività.

 

Il punto è: sia che consideriamo la nostra giornata lavorativa sia che stiamo sviluppando un prodotto nuovo non dobbiamo considerarci come una somma algebrica di tempo e informazioni, bensì prestare attenzione all'intero contesto di relazioni e connessioni che ruotano intorno a noi.

 

Occorre chiedere aiuto al pensiero sistemicoA un livello di base, un sistema è un'insieme di parti correlate o interdipendenti, che interagiscono tra di loro. Ad esempio, una collezione di figurine nella scatola non è un sistema perché i singoli elementi non interagiscono tra di loro (lo schiaffo o la botta con le figurine dei calciatori le abbiamo volutamente escluse). Uber che connette driver, passeggeri, e l'intero sistema di mobilità urbana, si.

 

Ritorniamo al nostro prodotto innovativo. Declinando la frase di John Donne possiamo affermare che “nessun prodotto è un'isola”. Un prodotto è più del prodotto. È un insieme coerente ed integrato di relazioni ed esperienze che dobbiamo costruire intorno ad esso  affinché ciò che abbiamo creato (creatività) generi un reale cambiamento (valore). 

 

Coniugare ed integrare esigenze e capacità di esecuzione del team, a quelle dei partner, ai clienti, alle possibilità economiche, alle relazioni con fornitori, connettere idee, bisogni finanziari con tecnologie, dati ed informazioni rilevanti, saper mettere in relazione problemi da risolvere  opportunità e rischi richiede un approccio sistemico all'innovazione. 

 

Innovare è la capacità di vedere prima e disegnare (design) quindi l'interconnessione tra gli elementi che alimentano l’aspetto creativo del processo (generazione di una nuova soluzione) ed i fattori che favoriscono la generazione di un cambiamento nel sistema dove introduciamo la nuova soluzione.  

 

Possiamo creare un prodotto bellissimo ma appena ci apprestiamo ad introdurlo nel mercato non abbiamo i risultati sperati. Spesso è perchè ci focalizziamo solo sui singoli aspetti del prodotto/servizio/processo che stiamo innovando dimenticando che non è la singola proprietà che realizziamo a fare la differenza. È l'interconnessione che fa funzionare l’innovazione, come un puzzle, le singole parti possono o meno avere un senso immediato, ma messe insieme, l'intero insieme è l'ovvio risultato delle parti.

 

Impariamo a guardare in modo nuovo il nostro progetto e la tecnologia come strumento e non fine. 

 

Come sostiene la scienziata americana Donella Meadows, l’innovazione può essere definita come "un insieme di elementi interconnessi che è coerentemente organizzato in modo da ottenere un qualcosa”.

 

“La coerenza” presuppone che possiamo generare cambiamenti se sappiamo integrare ciò che di nuovo abbiamo prodotto con ciò che è il sistema (meglio ecosistema) nel quale stiamo introducendo l’elemento di novità.  

 

Vecchio e nuovo non si escludono a vicenda, ma si integrano alla ricerca di una nuova configurazione. Pensiamo ad Airbnb, ad Uber a quelle che sono state le grandi innovazioni che hanno generato una profonda trasformazione nei mercati in cui sono state introdotte. 

 

Pensare per ecosistemi ci aiuta anche ad analizzare da una prospettiva nuova i problemi.

 

Un approccio olistico che riesca a confrontare il modello vecchio con quello che desideriamo, lascia emergere le “contraddizioni” che sono stimoli potenziali alla ricerca di nuove soluzioni. Solo se sviluppiamo la giusta visione e consapevolezza di come funziona l’ecosistema intorno alla nostro prodotto, organizzazione, mercato, sapremo dunque quali relazioni e connessioni nuove attivare. 

 

Non focalizziamoci solo sull’elemento o sul prodotto innovativo. Piuttosto chiediamoci quale impatto e quali nuove connessioni tra gli attori del nostro sistema andrà a generare quel prodotto e cerchiamo di governare il più possibile le relazioni che accelerano il cambiamento sperato.

 

Abbandoniamo un equilibrio, ci riorganizziamo, per poi raggiungere un nuovo equilibrio.

 

Dopotutto, l'innovazione è un atto di ribellione che ha avuto successo.

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