
La skill del futuro: l'arte di abitare un paradosso
L'innovazione è diventata una forza trainante nella società moderna.
Le aziende, le organizzazioni e le persone stesse cercano costantemente modi per migliorare, adattarsi e crescere.
Per farlo, sono chiamate a decidere, scegliere, progettare, creare nuove strategie e risolvere problemi complessi in contesti estremamente fragili, incerti ed estremamente instabili.
Il problema è che spesso si opera in contesti in cui la vecchia logica “o/o”, ovvero situazioni in cui una scelta può avere solo due opzioni esclusive A è vera o B è vera, ma non entrambe contemporaneamente, non è più applicabile.
Un esempio?
Quante volte all’interno di un progetto ci siamo trovati ad affrontare una situazione “paradossale” in cui dover bilanciare la necessità di minimizzare i rischi e garantire la sicurezza finanziaria dell'azienda (opzione 1) con la necessità di innovare e cercare soluzioni audaci (opzione 2), oppure dover bilanciare tra velocità (completare il progetto rapidamente) e qualità (garantire un lavoro perfetto). Entrambi sono importanti, ma sono opposti.
Sviluppare le capacità di mettere insieme azioni, obiettivi e prospettive diverse è fondamentale per gestire l'innovazione. Connetterci, esplorare, navigare e scoprire nuovi territori per canalizzare e sfruttare il genio collettivo delle persone ed integrare prospettive "complementari" però, richiede una nuova competenza: la capacità di gestire e abitare i paradossi.
Ma cos'è un paradosso?
Un paradosso è una tesi che sembra contraddire l’opinione comune o i principi generali ma è comunque valida, un’ enigma con due possibili risposte che sono in contrasto, un problema con due soluzioni contraddittorie. È quando il nostro cervello è chiamato da un lato a capire come sia possibile un qualcosa e, contemporaneamente, ad analizzarlo per cercare di risolverlo.
Abitare il paradosso, per gli innovatori, significa imparare a gestire la complessità. Significa essere in grado di vedere ed integrare all’interno del proprio progetto punti di vista diversi, considerare l’idea che soluzioni o prospettive diverse possono coesistere, in poche parole abbandonare la prospettiva binaria e logica "o/o" ed abbracciare prospettive multiple e non logiche basate sul modello "e/anche", imparando a vedere chiaramente:
- conseguenze positive e negative di ciascuna prospettiva
- interrelazione e interdipendenza tra ciascuna prospettiva
- essere pronti a cambiare idea, prospettiva più volte in corso d’opera
- comprendere nel profondo il contesto in cui si opera ed allo stesso tempo esplorare nuove possibilità per cambiarlo
- focalizzarsi sul completare una singola task ed, al tempo stesso, inquadrarla in un contesto più ampio e strategico
Immaginare, progettare e consegnare soluzioni innovative risolvendo problemi complessi e sfidanti?
Ecco il superpotere di chi fa innovazione: costruire ed abitare paradossi.
Nulla di nuovo all’orizzonte, anche perché il concetto dello yin-yang della filosofia taoista ci ha sempre aiutato a considerare che gli opposti non esistono in isolamento, ma sono sempre interdipendenti e complementari.
Come possiamo svilupparla?
Per prima cosa: essere consapevoli. Se stiamo analizzando un problema o progettando una nuova soluzione è importante identificare e non escludere a priori situazioni o concetti che possono contenere elementi paradossali. Allarghiamo quindi il nostro campo: aggiungiamo le opinioni e punti di vista del nostro team e di tutti gli stakeholder che ruotano intorno al nostro progetto. Analizziamole facciamo emergere la complessità delle situazioni e delle idee contraddittorie. Sperimentiamo costantemente: capire completamente i paradossi in una volta sola è estremamente complicato. E' importante testare, mettere in campo azioni e monitorare i risultati che emergono, in un processo continuo di apprendimento...