
L’evoluzione dal dato alla saggezza: il framework DIKUW
Negli ultimi anni, le organizzazioni hanno spostato il proprio focus dalla semplice raccolta di quantità massicce di dati (Big Data) verso l’analisi e l’utilizzo strategico di queste informazioni. Un modello che rappresenta con chiarezza questa graduale crescita di maturità è la piramide DIKUW (Data, Information, Knowledge, Understanding, Wisdom), spesso citata anche dal Project Management Institute (PMI) e da PMI Cognilytica.
Un framework che illustra come, partendo da dati grezzi, sia possibile raggiungere livelli superiori di interpretazione, fino a una vera e propria “saggezza operativa”.
Scopriamo insieme i cinque stadi che compongono la piramide, provando a comprenderne l’importanza attraverso alcuni esempi e applicazioni pratiche.
1. Data (Dati) – la base di tutto
- Che cosa sono: valori numerici, stringhe testuali, letture di sensori, transazioni, registrazioni di vario tipo.
Una lista di date e importi relativi a spese aziendali, oppure i click registrati su un sito web senza alcun contesto aggiuntivo. - Obiettivo in questa fase: raccogliere i dati in modo affidabile e strutturato, così da porre le fondamenta per i passaggi successivi.
I dati di per sé non “raccontano” ancora nulla: sono come mattoni che necessitano di un progetto e di un’architettura per diventare un edificio.
2. Information (Informazione) – dare contesto ai dati
- Che cosa sono: dati elaborati e contestualizzati, corredati di metadati e relazioni: “Il 25 marzo l’azienda X ha speso 5.000 euro per l’acquisto di nuovi server a Milano.” Qui emerge chi, cosa, dove e quando, fornendo già una mini-storia.
- Obiettivo in questa fase: organizzare i dati in una forma utile, rispondendo a domande fondamentali come Chi? Cosa? Dove? Quando?
Con l’informazione, i dati iniziano a diventare “leggibili”: non si tratta solo di numeri, ma di cifre inserite in un preciso contesto.
3. Knowledge (Conoscenza) – saper usare l’informazione
- Che cosa sono: linee guida operative, procedure, best practice basate sulle informazioni disponibili. Sapere che un certo livello di spesa in una determinata area aziendale influisce su bilanci e infrastrutture, o che l’aumento di traffico su un sito web comporta necessità di potenziamento dei server.
- Obiettivo: Capire come impiegare l’informazione per supportare decisioni e azioni concrete.
La conoscenza nasce dal saper interpretare l’informazione in modo da collegarla ai processi e agli obiettivi di business.
4. Understanding (Comprensione) – Il “perché” delle cose
- Che cosa sono: Motivi, implicazioni, dinamiche profonde che spiegano perché accadono certi fenomeni.
- Esempio pratico: Perché acquistare nuovi server ora? Forse per supportare l’aumento di traffico web, per abbattere i tempi di latenza o per adeguarsi a nuove normative di sicurezza.
- Obiettivo: Comprendere le ragioni sottostanti ai dati e alle informazioni, sviluppando una visione di insieme in grado di alimentare l’analisi predittiva e il problem solving.
A differenza della semplice conoscenza “operativa”, l’understanding richiede di andare più a fondo, riconoscendo relazioni di causa-effetto e anticipando futuri scenari. Il modello DIKUW aggiunge questo nuovo modello rispetto al classico DIKW (Data, Information, Knowledge, Wisdom): nel DIKW tradizionale, si passa dalla Conoscenza direttamente alla Saggezza, spesso dando per scontato il “perché” delle cose. Nel DIKUW, invece, l’Understanding chiarisce perché certi fenomeni accadono e ne approfondisce cause ed effetti, fornendo la base necessaria per raggiungere una saggezza veramente consapevole e predittiva.
5. Wisdom (Saggezza) – prevedere e decidere consapevolmente
- Che cosa sono: La capacità di usare la comprensione per fare valutazioni lungimiranti e prendere decisioni strategiche. “Se il traffico web cresce di un ulteriore 20% annuo, allora la nostra infrastruttura non reggerà fra sei mesi, e dobbiamo pianificare un potenziamento.”
- Obiettivo: Formulare ipotesi (se… allora), ragionare sugli sviluppi futuri e trasformare l’esperienza (e i dati) in scelte sostenibili e innovative.
La saggezza è il punto più alto della piramide: una visione ampia e proattiva che guida l’organizzazione verso una strategia di successo.
Come applicarlo nella gestione dei progetti
Per comprendere come trasformare semplici dati in decisioni strategiche e azioni efficaci, possiamo applicare la piramide DIKUW alla gestione dei progetti. Questo modello aiuta a strutturare il flusso di valore delle informazioni in ogni fase del ciclo di vita progettuale. Ecco come declinare ogni livello della piramide nelle diverse fasi di un progetto:
- fase di avvio: definire quali dati raccogliere, in che formato e da quali fonti.
- analisi e pianificazione: trasformare i dati in informazioni mediante report, dashboard e strumenti di visualizzazione.
- esecuzione: mettere in pratica la conoscenza per ottimizzare procedure e gestire il team di progetto in modo informato.
- monitoraggio e controllo: comprendere i motivi delle deviazioni di budget, tempi o qualità, per intervenire efficacemente (livello di understanding).
- chiusura e miglioramento continuo: capitalizzare le lezioni apprese come “saggezza” per i progetti futuri, simulando scenari “what if”.
La Piramide DIKUW è molto più di un modello teorico: rappresenta una mappa concettuale che guida le organizzazioni attraverso la gestione dei dati, fino all’acquisizione di una visione strategica e lungimirante. In un contesto in cui la tecnologia permette di generare ed elaborare enormi volumi di informazioni, la vera sfida non è soltanto raccogliere dati, ma trasformarli in comprensione e saggezza.
Assume rilevanza strategica soprattutto perché, a ogni gradino della piramide, il valore dei dati cresce in modo esponenziale. Se si parte da semplici misurazioni numeriche o stringhe testuali, si può arrivare fino a decisioni di alto livello basate su una vera e propria “saggezza” operativa. Una progressione che consente di costruire un solido vantaggio competitivo, poiché la conoscenza diventa sempre più radicata nelle informazioni raccolte.
DIKUW, inoltre, offre un robusto supporto decisionale: nel momento in cui non ci si limita a sapere “che cosa” sia successo, ma si comprendono le dinamiche del “perché” accada e si ipotizzano i possibili scenari futuri (“se… allora”), le decisioni risultano molto più ponderate e coerenti con gli obiettivi aziendali e con i cambiamenti di mercato.
Oggi con la rapida diffusione dell’AI, l’idea è di demandare alle macchine la gestione dei livelli più bassi della piramide (Data e Information), così che i professionisti possano concentrarsi sui livelli superiori (Knowledge, Understanding e Wisdom), dove la combinazione di esperienza, capacità critica e creatività umana è insostituibile. La piramide diventa un linguaggio condiviso tra chi gestisce tecnicamente i dati e chi, invece, progetta la visione strategica. Questa sintonia tra ruoli tecnici e manageriali risulta essenziale per tradurre i dati in reali opportunità di crescita e di innovazione.