
Dimentichiamo la mappa, impariamo ad essere bussola
Siamo senza Google Maps, nel bel mezzo di una città che non conosciamo, senza alcuna possibilità di connetterci e dobbiamo raggiungere un punto di interesse che avevano in precedenza appuntato come destinazione da non perdere.
Se non possiamo più contare sulla mappa, cosa possiamo fare?
Provare a diventare bussola.
In assenza di punti di riferimento, quando cambiano radicalmente quelle che sono le nostre certezze più solide, perdiamo i riferimenti per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo dati. Il problema è che, focalizzati troppo sul percorso e non sull’obiettivo finale, se accade qualcosa di imprevisto, eliminiamo un passaggio chiave, perdiamo il nostro senso di orientamento.
Oggi che viviamo questo radicale cambiamento della nostra quotidianità dobbiamo imparare a diventare bussola. Che cosa significa?
Per prima cosa, significa chiarire a noi stessi e chi collabora con noi quale sia la destinazione finale: un obiettivo, uno scopo chiaro e definito verso cui tendere. Se abbiamo la destinazione, i nostri principi guida, la nostra visione sul chi siamo e cosa vogliamo ottenere, sapremo riconoscere il nostro nord soprattutto in assenza di quei riferimenti base nella vita ed in tutte le attività all’interno della nostra organizzazione.
Riprendendo l’esempio precedente. Quando un viaggiatore ha ben chiara la destinazione può vivere meglio la fase di esplorazione. Può conoscere ed imparare molto di più. “Mille fotografie di Parigi non sono Parigi” diceva Bergson. Come dire possiamo osservare mille cartoline, video, giornali, prendere un taxi per spostarsi tra due monumenti, ma solo passeggiando per le vie della città possiamo acquisire una conoscenza diretta reale profonda della città. L’esperienza di perdersi tra le strade, scoprire angoli nuovi, osservare le persone, farsi sorprendere da tutto ciò che si incontra con un'instancabile curiosità, significa vivere la città nella sua essenza, conoscerla realmente.
In una fase di cambiamento chi vuole esplorare e conoscere realmente, impara a familiarizzare con il “pericolo” (nel suo significato originale vuol dire rischio, esperimento) per trarre il massimo dalla sua fase di esplorazione e sviluppare nuove conoscenze proprio dalla sperimentazione che mette in campo.
Chi ha messo in campo un percorso di innovazione non deve aver paura di rischiare e sperimentare nuove strade, far propri nuovi strumenti, nuove opportunità. E’ l’unico modo per aggiungere nuove informazioni, abilità e competenze in qualcosa.
In quarantena stiamo sperimentando strumenti e modalità di relazione offerte dal digitale. Per la nostra organizzazione vuol dire esplorare la possibilità di riscrivere processi, le relazioni con i clienti, le dinamiche di lavoro in team, nuove modalità di dialogo e comunicazione. E’ un momento perfetto per l'upskilling, per apprendere qualcosa che è difficile imparare.
Se facciamo nostro quell’approccio da esploratore e trasformiamo nuove conoscenze e competenze in esperienza, siamo diventati bussola. Avremo dunque rinforzato la nostra capacità di orientamento per fronteggiare l’incertezza dei mesi che verranno.
Una cartolina possiamo dimenticarla, le emozioni ed i profumi che abbiamo assaporato nel caffè di Parigi, sono nostre. Le esperienze che abbiamo accumulato con il nostro team, le nuove modalità di interazione, non vanno dimenticate ma fatte nostre. Kavafis nella poesia Itaca racconta meravigliosamente tutto questo quando racconta di come il senso del viaggio di Ulisse non è l’approdo ad Itaca, bensì i luoghi, le persone, e le avventure che conoscerà:
“Sempre devi avere in mente Itaca raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.”