
L'Intelligenza Artificiale come “arte concettuale”
Nell’articolo "Conceptualising Generative AI", Sophie Whish, insegnante e artista multimediale americana con una formazione in scienze biologiche e ricerca medica, riflette su come l'AI possa inserirsi in una tradizione creativa che sfida le convenzioni e ridefinisce i confini dell'arte, proprio come avvenne con l'arte concettuale agli inizi del Novecento.
Intelligenza artificiale e arte concettuale: un nuovo paradigma creativo
Whish inizia tracciando un parallelismo tra l'arte concettuale e l'uso dell'AI nei processi creativi. L'arte concettuale, promossa da figure come Marcel Duchamp, ha dimostrato che l'essenza dell'arte risiede nelle idee e non necessariamente nell'abilità manuale dell'artista. Un esempio emblematico è "Fountain" di Duchamp: un comune orinatoio capovolto e presentato come scultura nel 1917, che scosse il mondo dell'arte ridefinendo cosa potesse essere considerato artistico.
Whish applica questa stessa logica all'AI: se Duchamp utilizzò oggetti ready-made per ridefinire il concetto di arte, allora l'Intelligenza Artificiale può essere utilizzata per generare immagini e opere che sfidano la nostra comprensione tradizionale della creatività e dell'originalità. Come Duchamp cercava di porre al centro della sua opera l'idea piuttosto che l'esecuzione, anche l'AI spinge i limiti dell'arte, permettendo all'artista di esplorare nuove forme e prospettive.
L’AI come estensione della creatività umana
Un punto centrale dell'articolo di Whish è l'idea che l'AI non sostituisce la creatività umana, ma la estende. La creatività resta una prerogativa dell'uomo: è l'artista a concepire il progetto, a fornire all'intelligenza artificiale le istruzioni e a scegliere come strutturare l'opera. Proprio come nell'arte concettuale, dove l'importanza non risiede nella mera esecuzione tecnica ma nella visione concettuale, anche con l'AI l'idea è fondamentale. Whish incoraggia educatori e studenti a esplorare l'AI come un mezzo alternativo per creare arte, adottando la stessa apertura mentale che caratterizzava gli artisti concettuali nei confronti dei nuovi materiali e metodi.
Collaborazione tra uomo e intelligenza artificiale: l'esempio di Sam Leach
Per illustrare l'uso collaborativo dell'AI, Whish introduce l'artista australiano Sam Leach. Leach utilizza l'AI per generare immagini basate su paesaggi storici dipinti da grandi maestri, che poi riproduce manualmente, aggiungendo un tocco personale che fonde la tradizione pittorica con la tecnologia moderna. In questo processo, l'AI diventa un partner creativo più che un sostituto. Leach sottolinea come l'arte non debba necessariamente semplificare i concetti, ma piuttosto illustrarne la complessità, e l'AI rappresenta un mezzo per amplificare la profondità di queste idee. La tecnologia, quindi, diventa un catalizzatore di innovazione visiva, capace di offrire nuove prospettive sul paesaggio e il mondo naturale.
AI e il cambiamento epocale nell'arte
Whish vede nell'AI un potenziale cambiamento epocale simile a quello che l'arte concettuale ha rappresentato all'inizio del XX secolo. L'AI non è solo uno strumento per creare opere visivamente suggestive, ma anche un modo per sfidare le nostre concezioni del valore dell'arte. Tuttavia, perché un'opera generata dall'intelligenza artificiale possa essere considerata arte, è necessario un contesto e una direzione da parte dell'essere umano. L'artista, con il suo intento e la sua visione, rimane il cuore del processo artistico.
Le immagini prodotte dall'AI possono sfidare le nozioni tradizionali di manualità e competenza tecnica, ma è il contesto fornito dall'artista a dare significato all'opera. In questo senso, la tecnologia diventa una nuova via per esplorare e interpretare idee e connessioni, mantenendo sempre centrale l'intervento umano.
Conclusione: l'AI come strumento di espansione della creatività
Whish conclude il suo articolo sostenendo che le immagini generate dall'AI possono essere considerate arte, purché vi sia un'intenzione e una visione concettuale dietro di esse. L'intelligenza artificiale non rappresenta una minaccia alla creatività umana, ma è un mezzo per amplificare le possibilità creative, stimolando artisti e studenti a esplorare nuovi territori senza pregiudizi.