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Semplicità: sottrarre l'ovvio ed aggiungere il significativo

Abbiamo finalmente comprato il nuovo barbecue. Andiamo in giardino con la nostra cassetta degli attrezzi pronti per iniziare il montaggio. Ci sono almeno un centinaio di parti da assemblare con 20 pagine del libretto d’istruzione (font 9 :-) ) da leggere. Con coraggio iniziamo, seguendo passo passo ogni step per far combaciare tutti i componenti.

 

Immersi a pieno nella task (non semplicissima per chi come noi ha poca attutudine alla manualità) abbiamo la netta sensazione che manca qualcosa: semplicità e buon senso.

Chi ha scritto il libretto delle istruzioni avrebbe potuto immaginare di aiutare il cliente/lettore, mettendosi nei suoi panni, evitando di concentrarsi così tanto sulle minuzie del processo di assemblaggio, quanto piuttosto cercare di semplificare schematizzando tutti i passaggi da compiere in 5-6 azioni principali.(Ikea docet)

 

Inutile complicare un sistema, proviamo a semplificare.

 

Guglielmo di Ockham, frate francescano del XIV secolo, consigliava che "Non si dovrebbero usare più cose di quelle necessarie” (non sunt multiplicanda entia sine necessitate). Pertanto consigliava con il suo celebre “Rasoio” di fare a meno di ipotesi ed argomentazioni superflue quando si cerca di spiegare un fenomeno.

Per estensione, quando elaboriamo un progetto, un’idea, la spiegazione di un concetto, dobbiamo fare nostra un'abilità importante: la capacità di semplificare. 

 

Quante volte ci capita di essere troppo concentrati nell’elencare i dettagli di un problema, di una soluzione, di un prodotto che dimentichiamo di essere semplici ed immediati.

Anche nella gestione di un progetto, uno schema semplice e conciso ci aiuta a definire prima l'obiettivo o l'obiettivo e alcuni dei passaggi chiave che devono essere presi per arrivarci. Con troppi dettagli (quando non sono realemente necessari) perdiamo chiarezza, attenzione e capacità di esecuzione.

Possiamo inutilmente sovraccaricarci di informazioni non importanti e nel frattempo dimenticare persino il motivo per cui ci stiamo facendo una cosa, perdendo slancio e visione d'insieme della sfida.

 

Da dove nasce questa tendenza a complicare?

 

Può dipendere da un eccessivo entusiasmo nell’elencare le nostre argomentazioni, anche se, spesso, di fronte ad una decisione importante da prendere o un problema da affrontare,può significare nascondere una volontà inconscia di rimandare o iniziare un nuovo percorso, di resistere al cambiamento.

 
Ecco che allora, quando elaboriamo un concetto o un’informazione, possiamo utilizzare questo piccolo tool per provare a semplificare e schematizzare al massimo:


1. Eliminiamo la confusione. Dichiariamo subito qual è il nostro obiettivo di conoscenza. Cosa vogliamo imparare? Oppure, cosa vogliamo trasmettere alle persone che ci stanno ascoltando? 

2. Come possiamo esprimere questo concetto con una sola frase o al massimo in 15/20 parole? La necessità di dover fare una sintesi verbale presuppone il dover operare a monte una sintesi concettuale.

3. Proviamo a ridurre il tutto con uno schema del tipo soggetto-verbo-oggetto-scopo.  La schema classico di un enunciato è una formula narrativa che aiuta a mettere ordine ai pensieri, riducendo il tutto a qualcuno che opera un'azione attraverso qualcosa per un fine specifico.

4. Possiamo creare uno schema logico-visivo utilizzando solo 5 blocchi? Scrivere qualche parola e disegnare frecce può aiutare a chiarire i pensieri i collegamenti e le relazioni tra gli oggetti.

Come abbiamo visto semplificare non deve tradursi nel banalizzare la complessità a discapito di informazioni preziose. Imparare a semplificare ed enunciare bene un concetto significa imparare a pensare bene ma, soprattutto: “sottrarre l’ovvio ed aggiungere il significativo”.

 

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