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La distanza che rinforza

E’ ormai chiaro, in questo periodo, che nel tentativo di arginare la pandemia stiamo riscrivendo ogni aspetto di ciò che facciamo ogni giorno: dal lavoro, alle relazioni con i nostri amici, al modo di fare acquisti a come educhiamo i nostri figli. Il tutto con un minimo comune denominatore che caratterizza ogni possibile relazione: la distanza.

Non solo uno spazio di sicurezza per tutelare la nostra salute. La distanza è nella virtualità delle comunicazioni, della gestione di normali compiti. Siamo distanti dai negozi ed ordiniamo online, sia distanti dall’azienda in cui operiamo, dai clienti, fornitori, partner, siamo distanti negli eventi a cui prendiamo parte. E’ un approccio nuovo fatto di strumenti e linguaggi che rivoluzionano il nostro modo di comunicare. Ma sarà anche un’occasione per osservarci ed osservare da vicino il nostro modo di relazionarci.

Tutti noi auspichiamo un ritorno alla normalità. Sono aumentate esponenzialmente le dirette sui social, stiamo riscoprendo la necessità e l’importanza di accogliere la digitalizzazione nel mondo del lavoro, l’io in webcam ha sostituito l’io in quarantena, o meglio la parte superiore in camicia e maglione è più interattiva di quella inferiore in tuta e pigiama.

Come in un viaggio di quelli che non si dimenticano, saremo inevitabilmente cambiati e sarà difficile ritornare ad essere gli stessi di prima. Ma perchè farlo?

Il viaggio non è il solo spostamento fisico, l’abbracciare nuove culture e scoprire nuovi luoghi. Prendiamo un aereo, visitiamo un museo, scopriamo un nuovo ristorante, facciamo le foto, tutte operazioni che acquistano valore se le facciamo nostre, se le trasformiamo in emozioni, in nuovi significati che abbracciamo ed arricchiscono quelli in nostro possesso.

Stiamo sperimentando nuove esperienze, nuove modalità di relazione e difficoltà che sono scaturite, attività che hanno dato accesso in noi ad una doppia consapevolezza:

  • dobbiamo imparare a pensare in maniera sistemica: non è più un singolo canale, non è più un singolo reparto, non ci sono più relazioni lineari, ma tutto è interconnesso

  • dobbiamo imparare a gestire strumenti e modalità di interazione nuovi per gestire collaborazioni diverse con team a distanza, responsabilità di azioni e decisioni che diventano sempre più distribuite, imparare ad essere flessibili.


Immaginiamo di dover rispondere ad una richiesta improvvisa del cliente, con il commerciale che deve necessariamente relazionarsi con i team di produzione e quindi in base ai feedback con i distributori. Siccome questo processo non è mai lineare, molto probabilmente dovrà risentire il cliente, verificare con il team di produzione, allertare la distribuzione. Senza gli strumenti adatti, ancor prima di risolvere il problema dovremo combattere la dispersione di tempo ed informazioni.

E allora quale sarà il viatico di questo viaggio? Sicuramente non sarà facile fronteggiare le criticità che verranno. Iniziare la ripresa e capitalizzare l’esperienza vissuta non può iniziare se non con il contabilizzare vecchi difetti. Cosa non ha funzionato con i clienti, cosa ha rallentato il team, che tipo di processi e informazioni non riuscivamo ad ottenere da remoto? Non è solo un problema di trasformazione digitale se prima non abbiamo consapevolezza dei problemi a monte.


E per farlo dobbiamo imparare ad essere trasparenti con noi stessi e con il nostro team.

Dirci cosa non funziona o cosa non sta funzionando è il primo aiuto che possiamo offrire alla nostra organizzazione. In questo modo possiamo sviluppare maggiore consapevolezza su dove intervenire, quali strumenti nuovi acquisire e come migliorare noi stessi, le relazioni interne e quelle esterne. Fare in modo che tutti possono accedere alle stesse informazioni, alla luce di quelle che in questa fase abbiamo avuto difficoltà a gestire. Possiamo rafforzare la produttività interna se aumentiamo la qualità delle connessioni con le persone, attraverso la fiducia e la consapevolezza di lavorare ad un obiettivo comune. Possiamo accogliere con meno paura l’incertezza dei mesi che verranno.

I viaggi ci rendono più ricchi perché scopriamo il valore della diversità. Abbiamo sperimentato nuove possibilità di interazione. Adesso occorre farle nostre.  Non avremo certo souvenir e foto da mettere in bella mostra. Sarà la notifica di una videochiamata persa a ricordarci il tempo che ci separa.

 

 

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