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Formica, ragno, ape: l'innovazione secondo Bacone

Gli uomini dell'esperimento sono come la formica, raccolgono e usano solo; i ragionatori assomigliano ai ragni, che fanno ragnatele dalla loro stessa sostanza. Ma l'ape prende una via di mezzo: raccoglie il suo materiale dai fiori del giardino e del campo, ma lo trasforma e lo digerisce con un potere proprio.

– Francis Bacon, The New Organon [Book One], 1620



Sir Francis Bacon, filosofo, saggista, statista inglese, empirista e tra i principali sostenitori del metodo induttivo, ci offre un enorme spunto di riflessione su come la nostra organizzazione può approcciare ad un percorso di innovazione, raccontandoci con una metafora il modo in cui possiamo costruire nuova conoscenza che, come sappiamo, nella gestione dell’innovazione rappresenta il capitale di maggiore interesse. 

 

Bacon è importante non solo perché è stato tra i primi filosofi che hanno provato ad applicare i modelli concettuali offerti dalla filosofia alla scienza, all'industria e, alla fine, al mondo degli affari, ma proprio per il suo approccio ( sua, o meglio a lui da molti attribuita, è la celebre affermazione  "la conoscenza è potere"), per la capacità di anticipare gli scenari dell’attuale Knowledge Economy, dove tutto si basa sul modo di produzione e reingegnerizzazione delle informazioni, dove il vero vantaggio competitivo è dato dalla qualità, la quantità, l'accessibilità e la disponibilità delle informazioni e, soprattutto, dal modo in cui strutturiamo e trasformiamo il nostro capitale intellettuale.

Come possiamo costruire conoscenza? Bacon avrebbe semplificato la risposta descrivendo tre tipi di approcci diversi, attraverso una metafora presa in prestito dal mondo animale che abbiamo citato all’inizio del post.



Analizziamola insieme.

 

Innovare come una formica. Sono gli innovatori, i manager e i team che raccolgono fatti e dati, ma senza riuscire a costruire  un’interpretazione che raccolga e renda coerente il tutto. Abbiamo un’enorme quantità di informazioni a disposizione. Dati, analytics, big data, informazioni accumulate e raccolte ma senza la scintilla di un’analisi, un’interfaccia, una capacità di semplificare e visualizzare nuovi modelli. Siamo formiche se siamo concentrati solo su accumulare dati senza passare all’azione, oppure se ci affidiamo a conoscenze, schemi o processi passati, accumulati nel tempo, senza abbracciare la necessità di progettare nuovi modelli e configurazioni.

Innovare come i ragni. I ragni costruiscono modelli attraverso le idee senza sperimentare nella realtà per dimostrare la sostenibilità, la fattibilità e la desiderabilità di certe idee innovative. Come i team che si fiondano su un progetto di innovazione partendo semplicemente da un’idea e un’intuizione senza validarla, senza trovare quei riscontri necessari a correggere, migliorare, validare il progetto, attraverso la costruzione di prototipi, test, esperimenti, osservazioni sul campo o feedback dei primi early adopter. Sono le organizzazioni ed i manager che mettono le proprie idee e la propria esperienza al centro di tutto e, basandosi solo sulla propria percezione, immaginano nuove soluzioni o processi per innovare.

Innovare come l’ape. Le api partono dalla realtà, esplorano mondi e modelli diversi e complementari (andando di fiore in fiore) e, attraverso conoscenze trasversali, raccolgono idee, esperienze e schemi da campi differenti, ma poi riescono a costruire qualcosa di nuovo, mettendo tutto a sistema con la conoscenza, l’esperienza e l’interpretazione.

 

Ne è un esempio Isinnova che, insieme al dottor Renato Favero, dall’incontro tra sapere scientifico, conoscenza tecnologica, creatività, agilità e capacità di integrazione di conoscenze diverse, ha trasformato una maschera da sub in una maschera C-Pap per la respirazione d’emergenza. Intelligenza innovativa in azione.


Queste tipo di iniziative non sono certo le uniche risposte alle grandi sfide che si prospettano, ma di sicuro riaffermano l’inesauribile bisogno di un approccio nuovo all’innovazione che è umano per definizione: raccogliere informazioni, trasformarle e contestualizzarle, reinterpretarle e, quindi, attraverso l'elaborazione e la verifica sperimentale di ipotesi, trasformarle in valore, o in miele, come si preferisce. Come un’ape che fa dalla cross-pollination (nuove connessioni tra idee e concetti) il nutrimento per tutta la comunità, non possediamo la conoscenza, ma la acquisiamo dagli altri, dalle nostre connessioni e dalla qualità delle relazioni che attiviamo.



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